Condividiamo l’intervista sulla testata online “T&T Magazine – Talento e Tenacia Sport Network” del Presidente del CRA Lazio Giulio Dobosz, ringraziando il Direttore Alessandro Bastianelli per l’opportunità concessa.
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Vent’anni dentro ai campi, da quelli dilettantistici alla Serie A dove ha collezionato oltre 160 gare. Poi il passaggio dietro la scrivania, nell’ottobre del 2019 la carica di Presidente del CRA Lazio, come successore di Luca Palanca. Giulio Dobosz è un’istituzione del mondo arbitrale, con lui abbiamo analizzato la situazione attuale, dalla ripartenza post-Covid alle violenze.
Sono finalmente ripartiti tutti i campionati. Come ha trovato il gruppo arbitri del CRA Lazio dopo due anni di pausa forzata?
“Sicuramente la cosa che mi ha colpito di più è stata la loro grande voglia di tornare sul terreno di gioco, e devo dire che già dopo le prime giornate dei vari campionati tutti i ragazzi e le ragazze hanno ripreso uno stato di forma ottimale”.
Spesso si verificano episodi di violenza. Come giudica la situazione attuale?
“Beh direi che per fortuna le conseguenze non sono state gravi ma episodi di violenza già purtroppo sono accaduti sia nel calcio a 11 sia nel calcio a 5. Non devono essere messi in secondo piano anche gli eventi intimidatori o minacciosi da parte di pubblico o tesserati, che per fortuna non sono sfociati in aggressioni fisiche. Ogni Comunicato Ufficiale del Giudice Sportivo riporta troppo spesso notizie di domeniche “difficili”.
Negli ultimi tempi sembra che si stia arrivando a una consequenzialità e coerenza fra CRA e Giudice Sportivo: le sanzioni per episodi di aggressioni o violenza anche verbale nei confronti degli arbitri sono aumentate di entità.
“Non entro nel merito della congruità delle sanzioni che vengono applicate; posso però affermare che i principali episodi siano stati sanzionati duramente. Auspico che queste decisioni servano per far capire a tutto il movimento che gli arbitri non devono essere nè toccati nè insultati; sono ragazzi come tutti che la domenica vogliono divertirsi al pari dei calciatori e che, come loro, possono sbagliare anche un rigore”.
La sensazione è che gli episodi di violenza derivino dall’ignoranza. Lei che idea si è fatto in questi anni da Presidente?
“Credo che le persone debbano cambiare la loro cultura sportiva; il calcio e la partita non devono essere uno sfogo per gli stress settimanali. Vedo troppo accanimento verso l’avversario, verso gli arbitri, verso le altre componenti che partecipano all’evento che dovrebbe essere solo una sana attività sportiva”.
Una grande novità nel mondo arbitrale: la possibilità per i giovani calciatori di provare la carriera arbitrale.
“Sono molto favorevole a questa nuova iniziativa dell’AIA, che da una parte ci aiuta a reclutare più ragazzi con maggiori conoscenze del gioco del calcio, dall’altra permette a chi vorrà mettersi in gioco di vedere il calcio da un punto di vista diverso”.
Cosa direbbe a un giovane che vuole iniziare ad arbitrare?
“Di non esitare un attimo ad entrare in questo mondo, in questa associazione, perchè come diceva un nostro grandissimo dirigente “Quando inizi a vedere le partite con gli occhi
dell’arbitro, ti cambia la visuale per sempre”.