Lunedi 19 febbraio si è svolta la consueta riunione tecnica dedicata a tutti gli associati che ancora una volta ha visto una sala colma anche di presenze dirigenziali, a dimostrare la grande partecipazione ed il coinvolgimento collettivo alle tematiche e alle attività della Sezione. Un incontro che ha visto una serata a 3 tempi: la presenza dell’ospite nazionale sorteggiato per la Sezione di Roma 1, Mattia Scarpa, assistente arbitrale della sezione di Reggio Emilia, l’approfondimento e l’inserimento nel museo multimediale della hall of fame dell’Arbitro Benemerito Paolo Fabricatore e la consegna delle pergamene AIA assegnate ai colleghi che hanno compiuto 50/60/70 anni di appartenenza all’associazione stessa.
Ad aprire i lavori, il nostro Presidente Daniele Doveri, che sottolinea come i tre momenti abbiano un fondamentale denominatore comune che proprio la sezione ha sintetizzato nello slogan “Non c’è presente né futuro, senza la conoscenza del proprio passato”.
Dopo il lancio di un video realizzato per lui dalla redazione, Mattia Scarpa apre il suo intervento a cui sceglie di dare un taglio diverso dalla tecnica ma altrettanto efficace per il messaggio che vuole lasciare ai più giovani che vivono l’esperienza arbitrale.
“Questa è la Sezione più importante d’Italia e parlare davanti a cosi tanti grandi arbitri e Dirigenti è per me un onore, ma stasera voglio rivolgermi ai più giovani e portare loro la mia esperienza affinchè possa essere di supporto anche al loro percorso”. Un percorso che lo vede a 17 anni avvicinarsi da calciatore al mondo dell’arbitraggio che oggi ritiene essere stato fondamentale nella sua formazione come uomo in primis. Supportato da una serie di slide che rappresentano graficamente le sue parole, Scarpa prosegue nel suo intervento sostenendo che nessun percorso, a prescindere dagli obiettivi che si raggiungono, passa attraverso la piena linearità. Al contrario, la strada che si intraprende è una strada in salita, piena di curve e tornanti – che simboleggiano le difficoltà e i sacrifici – e più si sale più bisogna attrezzarsi al meglio per tenere testa alla cima. Nella prima fase per tutti esiste la figura del tutor o degli organici tecnici che si mettono al fianco per indicare meglio la strada e dare consigli utili al miglioramento della prestazione. “Le strade dritte non hanno mai voluto arbitri esperti” afferma Scarpa citando, modificata, una storica frase di Enzo Ferrari e trasmettendo il messaggio che un arbitro che non affronta le difficoltà non acquisisce esperienza e non sarà in grado di affrontare le sfide più dure che il percorso, salendo, prevede. Proseguendo con l’efficace parallelismo della montagna che simboleggia il suo personale percorso, Scarpa si rivolge ai ragazzi sottolineando come all’aumentare della pendenza della stessa, occorra attrezzarsi sempre di più e utilizzare al meglio gli strumenti che si hanno poiché le opportunità di restare in alto sono destinate ad un numero sempre inferiore di colleghi e la differenza la farà sempre quel paniere di ingredienti fondamentali per un arbitro: allenamento, conoscenza regolamentare, equilibrio ed approccio sano all’attività.
“Quando sono passato in ambito nazionale e ho lasciato la mia zona di confort, ho iniziato ad affrontare difficoltà molto diverse da quelle che avevo vissuto fino a quel momento”. Da qui prosegue raccontando aneddoti di vita associativa e privata che hanno influenzato il suo percorso, convincendolo sempre di più che solo il raggiungimento di un equilibrio nell’asse fra arbitraggio e vita privata, avrebbe portato risultati efficaci. All’età di 24 anni, con fatica e senza troppa convinzione, decide di fare il corso di qualificazione per assistente arbitrale, ed inizia una nuova avventura associativa che lo riporterà alle gioie degli inizi, ma soprattutto a rivedere quella vetta che da arbitro gli era oramai preclusa. Tuttavia, anche in questa nuova veste, incontra nuove sfide e nuove difficoltà: condivide con la platea un paio di episodi di gare nelle quali la sua concentrazione non era sufficiente, al punto da fargli commettere degli errori plateali. Da qui sposta il suo intervento sul concetto dell’errore che non deve mai diventare il punto di arrivo, bensì un nuovo punto di partenza.
“Non abbiate fretta, abbiate pazienza perché ognuno ha il proprio percorso e la vetta si raggiunge con sacrificio ed impegno, mai attraversando un percorso dritto e lineare”, continua Scarpa, confermando anche che quando si arriva sulla vetta, il panorama è “mozzafiato”.
Per ogni traguardo, non esiste il concetto assoluto di “fortuna” che viene invece associata all’essere pronti a prendere l’occasione. “La fortuna è ciò che accade quando la preparazione incontra l’opportunità” e su questo concetto Scarpa trasmette ai ragazzi come ogni giorno ed in ogni momento bisogna farsi trovare pronti e preparati ad accogliere l’inaspettato. La costanza nello studio del regolamento, nell’allenamento, nella frequentazione della sezione unito alla forza mentale che ognuno mette nel proprio operato sono elementi determinanti che stabiliranno chi supererà quel confine e chi invece resterà indietro.
“Dobbiamo e dovete avere voglia di imparare e di aggiornarvi continuamente perché oggi è questo ciò che ci chiede il calcio e ci impone il nostro ruolo”. Il Regolamento resta il vero punto di forza di un arbitro poiché dalla sua capacità di applicarlo si stabilisce la regolarità del gioco ed il rispetto delle sue regole.
E nella fase conclusiva del suo contributo, Mattia ricorda soprattutto ai più giovani che il rispetto dell’operato degli altri colleghi appartenenti a qualunque categoria, contribuisce a dare valore e a rendere il senso di appartenenza all’associazione ancor più forte.
Il secondo tempo della serata, viene poi dedicato alla celebrazione del collega AB Paolo Fabricatore, presente in sala con familiari ed amici, che viene presentato alla platea dei più giovani attraverso la consueta intervista preparata dalla redazione che racconta la sua storia di arbitro e associato.
“Non posso che ringraziare tutti per avermi dedicato questo gioiello, che resterà nei miei ricordi per sempre”, interviene un emozionato Paolo Fabricatore che non risparmia qualche consiglio ai giovani colleghi ricalcando anche alcuni aspetti del contributo a lui dedicato. “ Curate i dettagli di tutto ciò che fate, soprattutto nell’arbitraggio, poiché ciò che sembra scontato può diventare il vostro punto debole.”. E da qui ricorda un divertente episodio legato ad una cattiva alimentazione pre-gara che lo costrinse ad interrompere una gara e gli costo qualche mese di sospensione. “ Ci sono disattenzioni marginali che non vi vengono perdonate quando salite di categoria ed è per questo che la preparazione pre -gara deve essere fatta al meglio”.
Un grande applauso, viene dedicato a Paolo che con un approccio sereno e convincente ha trasmesso un pezzo di storia, quella stessa storia che ha contribuito a scrivere per la sua Sezione. “Un ringraziamento a te Paolo” prosegue Doveri ” che continui con costanza a partecipare alla vita associativa con una presenza costante alle nostre attività, segno di un’appartenenza che ha cambiato veste ma non sostanza.”.
La serata si conclude poi al meglio con la consegna delle pergamene, riconoscimenti che l’Aia ha emesso a favore di colleghi che hanno raggiunto i 50/60/70 anni di appartenenza all’associazione. Ecco i nominativi :
Belardinelli Manlio, Cafiero Antonio, Corsi Giulio, Crimi Attilio ,Crocetta Romano, Di Renzo Franco , Granato Franco, Libertone Giovanni, Maura Rossano, Meazza Giuseppe, Ottaviani Enrico, Pasquini Marcello, Roefaro Marcello , Roselli Vincenzo, Sauro Antonio, Scagliarini Patrizio, Tafaro Lucio, Vasselli Ernesto, Villa Santa Stefano.
Una degna conclusione, di una serata in cui il passato ed il presente si fondono per diventare un messaggio unico da trasmettere alle future generazioni: l’appartenenza all’associazione rappresenta un elemento identificativo di ogni componente, con un denominatore comune che passa dalla passione verso l’attività arbitrale senza confini né territoriali né temporali.
Valeriano Cristini (fonte aia-figc.it)