Può l’incontro di un giorno avere il valore di un’intera stagione? Sì, se la persona con cui si ha l’onore di trascorrere alcune ore è Rosario Abisso, arbitro di Serie A della Sezione di Palermo.
Ospite sorteggiato dal Comitato Nazionale per l’annuale visita nelle sezioni, al fine di portare esperienza dal vertice alla base della piramide arbitrale, il fischietto siciliano è stato accolto da Ostia Lido fin dal pomeriggio, quando un folto numero di colleghi lidensi si è allenato insieme a lui presso il polo atletico Stella Polare.
Al termine della sessione di allenamento i riflettori si sono spostati all’interno dei locali sezionali, dove Abisso ha catturato l’attenzione della platea per oltre un’ora: “Innanzitutto voglio ringraziare Paolo Ricci, Presidente della vostra splendida sezione, per l’accoglienza che mi ha riservato – ha esordito Abisso – e saluto il qui presente Giulio Dobosz (Presidente del Comitato Regionale Arbitri del Lazio, ndr) con cui ho avuto il piacere di condividere tante gare”.
Dopo un breve preambolo, la riunione è entrata nel vivo con un’apertura fortemente motivazionale: “Fare bene, anche se può sembrare paradossale, è un problema. Nella vita come nell’arbitraggio, la salita più difficile arriva sempre dopo ogni trionfo: questo è un filo conduttore che passa attraverso tutte le categorie e fa sì che le aspettative su di noi crescano a dismisura”. Parole che possono apparire contraddittorie, ma servono a ricordare di mantenere sempre alta la soglia della concentrazione: “Abbiamo il dovere di provare a metterci costantemente in discussione e chiederci se possiamo essere meglio di così”. Una sfida difficile, che riporta a tre pietre fondamentali del cammino di ogni arbitro: “Umiltà, sofferenza e spirito di sacrificio. Quando facciamo un allenamento in più o rinunciamo a qualcosa per la gara della domenica, non dobbiamo avere la presunzione di pensare di essere i soli a sacrificarci per questa passione. Se guardo negli occhi ciascuno dei presenti stasera, sono sicuro che ognuno di loro ha sacrificato qualcosa sull’altare dell’arbitraggio”.
Con lo scorrere dei minuti, la riunione è entrata nel vivo e un passaggio emotivamente forte si è avuto con il ricordo di Stefano Farina, figura che ha accompagnato la carriera di Abisso per tanti anni: “Il mondo dello sport è pieno di persone talentuose, geniali o super preparate: quello che però porta al successo è la tenacia, nulla può sostituirla”. Se uniamo la perseveranza e la determinazione alle tre componenti citate in precedenza, si ha l’equazione perfetta: “Come diceva Stefano, la fame di raggiungere l’obiettivo va coltivata ogni giorno e dobbiamo passare sopra tante delusioni facendo buon viso a cattivo gioco. Solo così possiamo far avverare i nostri sogni, nella consapevolezza di avere tutte le carte in regola per poter giocare questa partita. Purtroppo, nel nostro mestiere l’errore non è permesso ed è per questo motivo che l’eccellenza nella prestazione deve essere un’abitudine, non una casualità. Trovando il nostro personale standard arbitrale, possiamo assicurarci il successo”.
Chiuso il primo atto della riunione, l’ospite ha cambiato tema proiettando sullo schermo video di gare da lui arbitrate, interagendo con l’auditorio e regalando alcune pillole di tecnica arbitrale: dai falli che avvengono dopo un contrasto per il possesso del pallone, passando all’utilizzo delle braccia nei contatti aerei, fino ad arrivare al monitoraggio della cosiddetta “sleep zone”, la zona di campo che vede realizzarsi nel suo spazio il maggior numero di gravi falli di gioco.
Al termine della riunione, dopo qualche domanda da parte del pubblico, Abisso ha consegnato le divise agli arbitri neo immessi al ruolo della sezione di Ostia Lido.