“Dobbiamo far vedere la passione che abbiamo” è il perfetto ma non sufficiente riassunto della serata di giovedì 13 maggio, data dell’incontro tra tutte le associate del CRA Lazio con la Componente del Comitato Nazionale Katia Senesi. Una passione che traspare dalle parole e dai toni della dirigente marchigiana, che dallo scorso febbraio ha preso le redini del progetto teso a valorizzare le potenzialità delle colleghe nazionali.
Il Presidente Giulio Dobosz ha introdotto la serata, anche alla presenza di Carlo Pacifici, per poi lasciare la platea virtuale ai tantissimi argomenti trattati, che hanno coinvolto attivamente le ragazze presenti. Sono tre le aree in cui viene raccolto tutto quello che è necessario fare per migliorare prestazioni e risultati: flessibilità e preparazione sono le parole chiave di un modus vivendi da adottare se si vogliono raggiungere i propri obiettivi, attraverso un allenamento che deve essere proporzionato al raggiungimento degli stessi, fino a diventare uno stile di vita e non una costrizione. L’organizzazione della propria vita e dei propri impegni anche in base a quella arbitrale, che unitamente agli strumenti forniti dall’Associazione, come metodologia di allenamento o video tecnici, ci forniscono le basi per la costruzione del nostro futuro. Ma soprattutto bisogna essere motivate e farsi trovare pronte, non accontentarsi e non avere paura di uscire dalla propria confort zone: la figura della donna nel mondo arbitrale si deve cristallizzare, deve essere una cosa normale e non una notizia, perché “la competenza nell’arbitraggio non ha genere”.
Durante la riunione Katia ha più volte coinvolto le ragazze presenti, tra cui Veronica Vettorel e Giulia Tempestilli, entrambe assistenti della CAN C ed Internazionali, che nell’ultimo periodo hanno potuto “toccare con mano” quello che l’AIA sta mettendo a loro disposizione, per poi lasciare spazio alle domande che hanno dato tantissimi spunti di riflessione: “Appoggiatevi alle vostre Sezioni, chiedete ai vostri Presidenti consigli, feedback, sostegno, tutto quello che credete di aver bisogno per crescere, sono i vostri padri putativi e vivono i vostri successi come se fossero i loro”.
Chiosa finale lasciata a Carlo Pacifici che ha fortemente sottolineato come l’esordio di Maria Marotta in Serie B sia l’ennesimo passo verso l’abbattimento delle barriere culturali che per troppo spesso ci hanno bloccato: “E’ un percorso tortuoso, la strada è sempre in salita quando si parla di etichette di genere, ma bisogna andare dritti per il sentiero tracciato affinché questo sia solo un punto di partenza e non di arrivo”.