Ci perdoni Enrico IV, per aver preso in prestito una delle frasi più famose della storia dell’umanità e averla storpiata senza vergogna. Tuttavia, l’esperienza arbitrale vissuta in Francia da Matteo Marchetti merita la giusta introduzione.
La kermesse internazionale del Torneo Val de Marne, organizzato ogni anno nella prestigiosa cornice parigina, ha visto protagonista l’arbitro della sezione di Ostia Lido della Commissione Nazionale della Serie C: quattro nazionali Under 16 e un fischietto per ogni Paese partecipante, con nomi di livello come quello di Artem Lyubimov, in organico nella Premier League russa.
“È stato un onore per me rappresentare la sezione, il Comitato Regionale Arbitri del Lazio e il gruppo della CAN C – ha commentato Marchetti una volta tornato in Italia – ringrazio la commissione per la fiducia riposta in me e per avermi dato la possibilità di rappresentare gli arbitri italiani in questo torneo internazionale”
Sono state tre le partite in cui è figurato l’arbitro italiano: in veste di quarto ufficiale per Francia-Belgio e Russia-Francia, come attore principale invece nella partita conclusiva tra Belgio e Russia. Il torneo, vinto dall’Italia allenata da Bernardo Corradi, si è svolto nella capitale francese nell’arco di cinque giorni e ha consentito a Marchetti di vivere la prima esperienza, seppur ufficiosa, da arbitro internazionale.
“Ho potuto assistere a un calcio molto più tecnico di quello a cui siamo abituati: arbitrare gare del genere, all’estero, ti dà stimoli nuovi e sensazioni incredibili – ha proseguito Marchetti – la cosa più preziosa che riporto a casa è senza dubbio l’esperienza maturata dalla condivisione con i colleghi stranieri: ci siamo scambiati informazioni su che tipo di calcio ognuno di noi vive nel proprio Paese, sulle pressioni esistenti e sul modo in cui le attenzioni vengono rivolte alla figura arbitrale”.
Non è stato il Regno di Francia quello conquistato da Marchetti e sicuramente ciò che ha vissuto a Parigi non è stato un sacrificio. Nel suo piccolo però questa esperienza ha contribuito con un apporto, umano e arbitrale, che verrà senz’altro riportato sui campi di gioco italiani.