Si è svolta presso il Bv Oly Hotel, l’ultima riunione dell’anno 2022 dedicata a tutti gli associati della Sezione di Roma 1. Una serata impreziosita da una platea gremita che ha visto la presenza di Carlo Pacifici e Maurizio Ciampi, di tutti i colleghi appartenenti agli Organici nazionali, e una massiccia partecipazione di tanti giovani arbitri. Ma non solo: il denominatore comune della riunione è stato il claim “Non c’è futuro senza la conoscenza del passato” che ha sancito un format non nuovo per la Sezione di Roma 1: si sono incontrati sinergicamente i contenuti dell’ospite nazionale, l’assistente a disposizione della Commissione Arbitri Nazionale Serie A e B Domenico Rocca, i ricordi ed il ricco passato di Carlo Longhi, entrato a far parte della Hall of Fame sezionale e la cerimonia di consegna delle pergamene che l’Associazione ha emesso a colleghi che hanno raggiunto traguardi importanti come 50 e 60 anni di appartenenza.
Ad aprire la serata, proprio Doveri che accoglie l’ospite nazionale lanciando il video dedicato ad un emozionato Domenico Rocca, della Sezione di Catanzaro, arrivato come arbitro fino alla CAN C e poi consolidatosi nel ruolo di assistente nelle massime categorie nazionali.
“Emozionante essere stato sorteggiato in quella che ritengo essere la Sezione più bella d’Italia”, esordisce Rocca, che supportato da alcune slide da lui stesso preparate, incentra il suo intervento sul concetto di squadra e di leader. Si vince facendo squadra e confrontandosi continuamente con i colleghi più grandi, che hanno più esperienza tecnica, comportamentale e associativa. “Mantenete i rapporti con i Vostri colleghi e imparate ad essere leader perché nell’ambito di una gara, se vi riconoscono questo ruolo, avrete vinto”. Chi è leader, per definizione, è in grado di guidare un gruppo di persone di cui è Responsabile, e questo avviene anche in una gara, dove la conoscenza del regolamento, la personalità e le capacità comportamentali di un arbitro sono un elemento trainante ai fini dell’equilibrio della gara stessa. “Date il buon esempio anche al di fuori di una gara perché nel vostro quotidiano tutti devono riconoscere i valori che rappresentate”, continua Rocca, che nel suo contributo, ha cercato di stimolare nei ragazzi il concetto di fare squadra ai fini del raggiungimento del medesimo obiettivo: per ognuno di noi esiste un mantra che ci guiderà e spronerà ad intraprendere la strada giusta. “Nessun percorso è privo di errori, ma l’approccio all’errore può essere una nuova ripartenza”, ribadisce Rocca, che con il Presidente ha aperto poi un confronto con i ragazzi sulla tematica dell’errore, che spesso risulta invalidante di un’intera prestazione. L’unico modo per ridurre ai minimi termini il margine di errore, è quello della conoscenza del regolamento e della competenza nel saperlo applicare sul terreno di gioco: se abbiamo questi due scudi, sapremo sempre come uscire anche dalla situazione più impensabile.
“Il Regolamento si studia e la competenza si acquisisce con il confronto continuo con i nostri colleghi, con gli osservatori e con la nostra Sezione tutta” conclude Rocca invitando i giovani presenti ad apprezzare manifestamente l’operato di chi insegna e si batte per loro ed incoraggiandoli ad un atteggiamento di totale trasparenza finalizzata alla crescita.
“Si arriva all’oggi, passando da ieri”, prosegue poi la serata il Presidente Doveri, che presenta il momento dedicato alla Hall of Fame sezionale, che nasce dalla volontà di celebrare persone del passato che hanno dato lustro all’Associazione e alla Sezione per i loro meriti tecnici e associativi. È la serata di Carlo Longhi: l’ultimo arbitro internazionale di Roma 1, prima del Presidente stesso.
Il video con un’intervista a lui dedicata ed un lungo applauso di rispetto e gratitudine, hanno preceduto l’intervento di Carlo Longhi, visibilmente emozionato. “Non posso che ringraziare tutti coloro che nella mia vita arbitrale hanno creduto in me e hanno dato piena fiducia al mio operato”, sostiene Longhi che ripercorre con la platea alcuni dei passaggi più salienti della sua vita arbitrale. Tanti i nomi di personaggi storici che ha incontrato nel suo lungo percorso e tanti gli aneddoti che lo hanno visto calcare terreni di gioco (da arbitro e assistente) e stadi nel suo successivo percorso professionale da dirigente della Federazione. “Appartenete ad una Sezione che già ai miei tempi aveva una marcia in più. Gli arbitri romani sono sempre stati all’apice dell’Associazione e dovete continuare a distinguervi per capacità, competenza e comportamento esemplare”, continua Longhi.
Un contributo, quello di Longhi, che incuriosisce, diverte e fa sorridere i presenti per la spontaneità e la genuinità dei suoi racconti: a riprova che il passato e la storia sono pilastri da cui i giovani devono attingere ma anche dare rispetto.
“Sono passati anni dal tuo arbitraggio, ma oggi sei testimonianza di come l’emozione ad un esordio, le paure verso un episodio mancato, un errore, siano le stesse che legano un arbitro della tua generazione ad un ragazzo che oggi fa le sue prime gare”, interviene Doveri, ribadendo quel filo conduttore che in modo trasversale unisce gli arbitri di tutte le generazioni, dunque, l’importanza di trasmettere questi concetti ai giovani ragazzi.
Così si apre l’ultimo momento della lunga serata: giovani arbitri, consegnano le pergamene ad alcuni storici associati che hanno conseguito il traguardo di 50 e di 60 anni di tesseramento. Per i sessanta anni sono stati premiati: Giuliano Delle Cese, Massimo Ciulli, Pietro Matalone. Per i cinquanta sono stati premiati: Umberto Rufo, Massimo Sartori, Giancarlo Di Veglia, Rosario Geronimo.
Una chiusura che ribadisce con forza quel senso di appartenenza e quell’orgoglio di una Sezione che può e deve continuare un percorso iniziato da lontano in segno di rispetto verso chi ha gettato le basi per renderla tra le più rappresentative dell’Associazione stessa. Temi questi, richiamati anche dal Componente Nazionale Carlo Pacifici che conclude assieme a Doveri una serata in cui i valori dell’amicizia, della condivisione e del rispetto si sono fusi nel bene comune.
Valeriano Cristini (fonte aia-figc.it)