Da due stagioni sportive a disposizione della Commissione Arbitri Nazionale Serie A e B, Alex Cavallina ha raccontato, durante la sua visita alla Sezione AIA di Roma 2, la sua carriera iniziata nel 2005 paragonandola ad una maratona, sua grande passione. Iniziato a frequentare il corso arbitri in quel di Parma, l’assistente nazionale ha da sempre condiviso la sua passione per il calcio con la podistica, a cominciare dalle medie distanze e dalla 42 km corsa due anni fa ed assunta a metro di paragone con gli anni del proprio percorso arbitrale.
Sia per l’attività arbitrale che per la maratona occorrono preparazione fisica e mentale: la prima per mantenere un livello di concentrazione nell’arco dei 90 minuti, mentre la seconda per resistere alle varie pressioni di una gara. Per entrambe è necessario un training costante da calibrare con l’esperienza e la maturità. Cavallina ha così raccontato la sua storia ripercorrendo le diverse tappe della vita come se fossero una maratona di 42 km.
Dalla partenza al km 5 si ha lo ‘start’: “È qui che si parte a spron battuto per dare il ritmo della gara. Lo si fa all’interno dell’Organo Tecnico Sezionale, dove si va a mille per dimostrare la propria voglia, per farsi notare, per essere designati in più gare possibili e per poter crescere sotto tutti i punti di vista”.
A seguire, fino al km 15, vi sono gli “anni d’oro”, ovvero quelli in forza al Comitato Regionale Arbitri: “Sono stati quattro anni importanti – ha precisato Cavallina, ricordando la sua esperienza al CRA Emilia Romagna – dove si sono consolidate amicizie che durano tuttora, dove si fa esperienza arbitrando in terna, dove si vedono gare di un buon livello tecnico, anche se meno complesse a livello comportamentale. Da queste partite è uscito fuori un Alex cocciuto e determinato, che è stato designato per la finale di Coppa Italia di Eccellenza come arbitro”.
Il breve tratto che va dal km 15 al km 20 è quello delle prime esperienze arbitrali a livello nazionale. La Stagione Sportiva 2011-2012, nella quale Cavallina era inquadrato nell’allora Commissione Arbitri Interregionale, è stata caratterizzata da diverse difficoltà causate principalmente dalla novità di arbitrare fuori regione ma che non gli hanno impedito di essere promosso in un solo anno nella massima serie dilettantistica.
Dal km 20 al km 25 è la volta dei quattro anni trascorsi alla CAN D, usufruendo anche di una deroga: “Riconosco di aver dato tutto, soprattutto l’ultimo anno. Ho imparato tanto, però devo ammettere di non essere stato all’altezza di tanti compagni di viaggio che hanno meritato la Serie C con il fischietto. Tuttavia, non ho mai mollato”. Infatti, esortato dai colleghi nazionali e tra tutti dal suo caro amico Vittorio Pappalardo, Cavallina ha deciso di provare il corso di qualificazione per assistenti arbitrali a Coverciano, al termine del quale è transitato in Serie C con un ruolo diverso.
Un amore non sbocciato subito, un conflitto quello con la bandierina che si è portato dietro per un anno e mezzo fino a che i primi “crampi” hanno iniziato a prendere il sopravvento. Man mano che ci si avvicina ai 30 km si dovrebbe consolidare il passo ma puntualmente arrivano i primi intoppi. Primo tra tutti, la scomparsa di suo padre, il suo più grande tifoso che lo aveva sempre seguito sui campi regionali. Cavallina ha saputo reagire, ripartire e dimostrare a tutta la CAN C che pian piano la bandierina stava diventando un amico fedele.
Tuttavia, superato il km 30 e avviandosi verso il tratto finale di gara, subentra il famoso muro invalicabile per il maratoneta. Il passo cala, la fatica cresce, la voglia di mollare ancora di più. Nella sua vita il muro è stato il linfoma di Hodgkin, scoperto tardi ma affrontato con encomiabile determinazione. Dopo un inevitabile rallentamento della sua carriera, una volta sconfitto quel brutto male, l’assistente emiliano è riuscito a tornare in campo, guadagnandosi metro dopo metro le prime posizioni fino ad arrivare a distanza di due anni a disputare la finale play-off di Serie C.
“Non ho mollato e non mi nascondo facendomi vedere su questo lettino completamente diverso da ora ma ho avuto la testardaggine di riprendermi e di rimettermi in forma. Se ce l’ho fatta, il merito è anche della podistica”, ha affermato Cavallina, mostrando una foto dei giorni in cui era alle prese con l’ostacolo più impervio che ha dovuto affrontare nella vita.
Ecco, la gara è praticamente conclusa, il rush finale degli ultimi 2 km è soltanto un piccolo passo di questa lunghissima tappa ed è rappresentato dai km percorsi alla CAN, con il debutto prima in Serie B all’inizio della Stagione Sportiva 2022/2023 e pochi mesi dopo, nel novembre 2022, in Serie A al fianco di Daniele Doveri allo Stadio Luigi Ferraris di Genova a novembre 2022. Un esordio lottato e sudato, con un tifoso in più a sostenerlo dal cielo e tanti altri sugli spalti.
Al termine dell’emozionante racconto, il Presidente Sezionale Domenico Trombetta e l’assistente internazionale Alessandro Giallatini, suo compagno di stanza ai tempi del primo raduno CAN di Sportilia, hanno ringraziato Cavallina per la preziosa testimonianza, elogiandone il coraggio e la forza di volontà, di cui tutti gli associati romani faranno tesoro. Infine è avvenuto il tradizionale scambio di omaggi, con Cavallina che ha donato alla Sezione di Roma 2 la propria divisa arbitrale.
In copertina, Alex Cavallina dona la propria divisa arbitrale al Presidente Sezionale Domenico Trombetta.
In gallery:
1: Giallatini e Cavallina;
2-6: alcuni momenti della riunione tecnica;
7: Trombetta ringrazia Cavallina.
Giorgio Ermanno Minafra (fonte aia-figc.it)