C’è molto da raccontare sull’esperienza vissuta per più di un mese in terra russa. Un’esperienza iniziata molto prima dell’atterraggio a Mosca, con ben 37 giorni tra aula e campo grazie ai raduni FIFA di Dubai, Doha e Coverciano. Direttamente dalla voce di Paolo Valeri gli arbitri della Sezione hanno rivissuto tutte le emozioni provate durante l’estate dei Mondiali di Russia 2018. Un crescendo di pathos ed affiatamento, con un ritmo serrato tra lavoro tecnico ed atletico, che trova la sua risposta nella scarica di adrenalina alla prima designazione come Var Back nella gara inaugurale Russia – Arabia Saudita.
“È stata un’esperienza fantastica, indimenticabile, che porterò sempre con me. Soprattutto le varie culture che ho potuto conoscere e il modo che hanno di approcciarsi gli arbitri delle altre nazioni prima di una partita. Della gara inaugurale la cosa che mi è rimasta dentro e mi ha fatto crescere è stato il modo di vivere il pre partita,vedendo i colleghi che cantano spensierati e si abbracciano”. Momenti importanti cementificati dall’amicizia e il gruppo creato nella tra arbitri, assistenti, VAR e staff: “Nella squadra italiana, abbiamo avuto la fortuna di avere un grande arbitro come Rocchi, che è stato un vero capitano a Mosca: senza un leader per la squadra è difficile che le cose funzionino perfettamente”.
E poi via, spazio alle domande, la prima di Luigi Galliano, Organo Tecnico degli Assistenti del Comitato Regionale Arbitri Lazio: “Come ci si sente arrivare ad una così grande manifestazione e quanto possano sognare i ragazzi in platea?”. “È la prima cosa a cui ho pensato dopo la telefonata del mio designatore per comunicarmi che ero stato selezionato per questa bellissima avventura. Sono partito dagli esordienti e i sacrifici sono stati tanti, chi è arbitro lo sa, il nostro è uno sport tanto bello quanto difficile. La cosa che sicuramente otterrete con il lavoro sono le soddisfazioni: dimostrando costanza, impegno, la voglia di sacrificarsi e di lavorare,otterrete i risultati”.
Anche il Vice Presidente del CRA Lazio Giulio Dobosz, compagno di molte avventure arbitrali fino allo scorso anno sui terreni di gioco della Serie A, ha sottolineato le parole di Valeri: “Questo è lo spirito: divertirsi facendo le cose seriamente. Sembrano concetti in antitesi però senza divertimento rimane solo l’ansia della partita. Ad un approccio sereno ci si arriva solo se sappiamo di esserci allenati, di sapere il regolamento: freschi di testa e di gambe, scenderemo in campo col sorriso consapevoli di fare bene. Ed ecco quindi la sua curiosità: “Fare il VAR in Italia comporta un approccio mentale diverso rispetto a farlo in un media center lontano dallo stadio, quindi come entravi in clima partita?”. Paolo non tarda a rispondere di getto: “Successivamente la designazione comunicata da Collina, c’era un fitto programma di riunioni con tutto lo staff: un susseguirsi di briefing con i preparatori tecnici ai quali i VAR partecipavano. La mattina della partita via Skype ci si incoraggiava a vicenda. Inoltre la Var room, a differenza del VOR allo stadio, ti permette di concentrarti al 100% per il lavoro che devi fare, in maniera quasi asettica”.
Prestigiosa la presenza del Presidente della Sezione di Catanzaro Franco Falvo: “Per me è sempre un privilegio essere a Roma 2, è un tuffo nel passato anche perché incontro tanti compagni di vita oltre che di arbitraggio. Paolo prima di essere un grande arbitro è un grande uomo di cui Roma 2 deve essere orgogliosa, per il grande senso di appartenenza, non avendo dimenticato da dove è partito.” Aggiunge Falvo: “Cosa porterai nell’album dei tuoi ricordi, l’aneddoto al quale sei più legato?”. Arrossendo Paolo: “Sono stati dei giorni veramente intensi, carichi di emozioni, delle vere e proprie bombe di adrenalina difficili anche da descrivere. I giorni seguenti al ritorno da Mosca mi sentivo un pesce fuor d’acqua, anche se ero nel mio ambiente con la mia famiglia. La cosa che porterò sempre, oltre al bagaglio tecnico acquisito tra i radunie la Russia, è la leggerezza che, unita alla preparazione totale della gara, ci fa essere pronti e spogli da paure e pressioni. Non ci si improvvisa, non si inventano le prestazioni, e questo la FIFA ce lo ha fatto capire chiaramente”.
Con la consegna della divisa ufficiale dei Mondiali, arricchita dalla sua personale dedica, Valeri fa un ultimo appello ai ragazzi del corso arbitri presenti: “Io come voi sono nato qui, la vostra casa è la sezione, i vostri “fratelli” arbitri li troverete sempre qui, i vostri “padri” sono a disposizione per aiutarvi. La sezione è tutto, nonostante gli impegni famigliari e lavorativi, per la crescita personale e arbitrale.”
Da parte della Sezione, dalle mani di Daniele Di Resta, la consegna della targa ricordo dell’evento, con le parole del Vice Presidente che hanno concluso la serata: “Grazie Paolo per averci rappresentato durante la massima espressione del calcio mondiale! Ricordiamoci tutti noi che anche loro sono passati per i campi di periferia, campi come quello dove il collega di Ciampino Riccardo Bernardini è stato aggredito, al quale facciamo un grande applauso. Anche quando direte “Ma chi me lo fa fare?!” troverete nuovi stimoli in voi, nelle parole di colleghi come Paolo e nella Sezione che vi sostiene sempre”.