È tornato a dirigere gare l’arbitro viterbese Lorenzo Galofaro, colpito l’anno scorso dal Covid. Nel marzo 2021 venne ricoverato in terapia intensiva e intubato, rischiando di morire.
Impiegato in un autosalone, gestito dalla sua famiglia, ha una grande passione per il calcio e l’arbitraggio e non lo ha fermato nemmeno la grave malattia. Il Covid lo ha fortemente debilitato, ma lui a ottobre era già pronto per ricominciare.
L’arbitro Lorenzo Galofaro è nato a Roma, si è trasferito a Tarquinia con la famiglia all’età di dieci anni e attualmente è residente a Blera. In quest’ultima cittadina, domenica scorsa, ha diretto una gara della categoria Under 14, che ha visto affrontarsi Vetralla Blera e Fabrica Calcio Giovanile.
“Sono stato oltre due mesi ricoverato all’ospedale Belcolle di Viterbo – racconta Galofaro – 69 giorni che non dimenticherò mai. Ringrazio il personale medico dei reparti di terapia intensiva e sub intensiva. Mi hanno salvato la vita. Tutto inizia dopo aver svolto un servizio con l’autoambulanza dell’associazione Misericordia di Vetralla, dove sono volontario. Avevo il respiro affannoso, il 24 marzo 2021 mi ricoverano e dopo due giorni i sanitari mi intubano. Non avevo la forza di combattere il Covid. Poi uno dei sanitari ha trovato il modo di farmi reagire.”
Ho un cane di nome Chicca, alla quale sono molto legato. Me l’hanno portata in terapia intensiva – ricorda commosso – appena l’ho vista dall’altra parte del vetro mi sono emozionato e ho cercato di chiamarla anche se avevo il tubo in gola. Quando sono uscito c’erano la famiglia, gli amici e il mio cane ad attendermi. Ho dovuto fare tanta fisioterapia e ringrazio Giuseppe Arcorace che mi ha seguito e mi ha praticamente rimesso in piedi e la mia famiglia che a Tarquinia mi ha accolto e sopportato.
Intanto sentivo che il campo mi chiamava, e dicevo a tutti di voler tornare a dirigere le partire di calcio. A casa erano scettici, penso che mi abbiano preso per matto, ma ho ricominciato. Piano piano il fisico ha ripreso vigore e domenica scorsa ho avuto il piacere di arbitrare a Blera, la città dove abito, alla presenza di tanti amici che sono venuti appositamente a fare il tifo per me.”
L’arbitro della sezione AIA di Viterbo ha le idee chiare. Quando non potrà più scendere in campo per limite di età, appenderà al chiodo il fischietto e chiederà di transitare nel ruolo degli osservatori arbitrali.
“L’arbitraggio fa parte di me – dice Galofaro – ringrazio i designatori Antonio Miele e Alessandro Scorsino per la fiducia che mi dimostrano, designandomi per gare di calcio a 11 e calcio a 5. Un grazie particolare è per Luigi Gasbarri, presidente della sezione AIA di Viterbo, che mi incita a fare sempre meglio.
Ho 41 anni e non ho intenzione di mollare – conclude Galofaro – a fine carriera voglio andare a fare l’osservatore arbitrale, per trasmettere ai più giovani la mia esperienza e rimanere in questa grande famiglia che è l’Associazione Italiana Arbitri”.
Silvano Olmi (fonte aia-figc.it)